martedì 1 marzo 2011

La fecondità dell'ospitalità

Da una lectio di mons. Dionigi Tettamanzi, riprendo le conclusioni che spiegano non solo l'esigenza per il cristiano di essere ospitale, ma l'indispensabilità di un'ospitalità che è "necessaria" alla vita.

È davvero strano che il nostro tempo tecnologico, tempo di viaggi interplanetari e di possibilità di comunicazione in un certo senso infinita, segni il primato delle spese legate all'immigrazione per una realtà inventata ancor prima della scrittura: il muro. Sì, il muro! Il muro, che nell'antichità era costruito per difesa, oggi è costruito per circoscrivere e impedire l'accesso di coloro che abitano vicino. [...]È interessante che, mentre nel mondo di internet, nei social network non esistono barriere che impediscono l'incontro e la relazione virtuale tra persone di etnie e culture differenti, nel mondo reale si costruiscono dei muri per impedire ai vicini di incontrarsi. Se con un clic un giovane italiano può stringere amicizia su Facebook con un coetaneo africano, dall'altra parte si impedisce a chi vuole guadagnarsi onestamente da vivere di potersi applicare al lavoro che sta oltre il confine, in quei Paesi dove a tante occupazioni quasi nessuno vuole applicarsi. Il vallo di Adriano e la Grande Muraglia cinese avevano il compito di difendere l'Impero Romano e il Celeste Impero da invasioni militari. Molti muri che sono stati costruiti di recente proteggono invece dalle povertà altrui: cercano di trasformare in fortezze quelle che sono state chiamate le «frontiere più disuguali del mondo». Se per un breve periodo sembrano riuscire a tener lontano qualche immigrante illegale, col tempo irrigidiscono proprio quella disuguaglianza economica che è causa dell'immigrazione e presto porteranno la sproporzione al collasso. I muri creano separazioni non solo nello spazio, ma anche nel tempo. Non solo nella geografia, ma anche nella storia. Ma soprattutto il muro non solo «chiude fuori» il forestiero e il meno fortunato, il muro «chiude dentro» il privilegiato e lo condanna all'asfissia. Proprio come l'avaro, che muore d'inedia per non consumare a vantaggio di tutti e anche a vantaggio proprio quei beni che possiede. Quanto è vero ciò che diceva Hans Magnus Enzensberger: «Quanto più un Paese costruisce barriere per "difendere i propri valori", tanto meno valori avrà da difendere».

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