Aldo Capitini, inventore della marcia Perugia-Assisi e 'filosofo' della nonviolenza in Italia affermava:
«Quando incontro una persona, e anche un semplice
animale, non posso ammettere che poi quell’essere vivente se ne vada nel
nulla, muoia e si spenga, prima o poi, come una fiamma.
Mi
vengono a dire che la realtà è fatta così, ma io non accetto. E se
guardo meglio, trovo anche altre ragioni per non accettare la realtà
così com’è ora, perché non posso approvare che la bestia più grande
divori la bestia più piccola, che dappertutto la forza, la potenza, la
prepotenza prevalgano: una realtà fatta così non merita di durare. È una
realtà provvisoria, insufficiente, ed io mi apro ad una sua
trasformazione profonda, ad una sua liberazione dal male nelle forme
del peccato, del dolore, della morte. Questa è l’apertura religiosa
fondamentale, e così alle persone, agli esseri che incontro, resto
unito intimamente per sempre qualunque cosa loro accada, in una
compresenza intima, di cui fanno parte anche i morti [...]»
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